Khutulun si dimostrò abile in ogni disciplina o mestiere in cui si cimentò, ma la lotta corpo a corpo fu l’attività che la rese celebre in tutta la Mongolia. Secondo la tradizione, nessun uomo o donna riuscì mai a batterla nella lotta libera mongola, uno sport al tempo estremamente violento e che prevedeva l’uso di pugni, calci e altri colpi diretti. Con il caso del piatto “Gengis Khan” , adesso, sarebbero i giapponesi dalla parte del torto.
La popolazione di fede maomettana accolse i mongoli come liberatori, secondo gli ordini espressi i conquistatori mongoli non saccheggiarono ne fecero bottino, il fuggiasco Kutscilug fu catturato sulle pendici del Pamir e giustiziato. Prima della battaglia ordinò alle sue truppe, di non gettarsi al saccheggio in caso di vittoria perché tutto sarebbe stato diviso in parti uguali, assaliti i Tartari l’organizzazione e la disciplina imposta da Gengis, ebbero il netto sopravvento sulla combattività disordinata dei Tartari. Anche i cavalli portano l’armatura ed è divisa in cinque parti, in modo che l’animale sia protetto da tutti i lati.
Da quel momento la moda prese piede anche tra gli altri giapponesi residenti a Pechino e poi si diffonde in tutta la madrepatria. Se la carne scarseggiava, non mancava il latte di cui i mongoli erano grandi consumatori, e sapevano trattarlo in mille modi, ottenendo diversi prodotti; dal latte di mucca, di cammella o di cavalla, ricavavano un ottimo burro che conservavano in pelli di montone, ed period un elemento basilare durante il rigido inverno. I sudditi di Gengis Khan nomadi, abitavano in grandi tende montate stabilmente su carri, un’anticipazione delle moderne . La tenda period in feltro, generalmente bianca o spalmata di terra chiara o di polvere d’ossa, perchè risplendesse maggiormente al sole.
Cina
Il Khan dimora in questo suo parco, a volte dimora nel Palazzo di Marmo e talvolta nel Palazzo Canna per tre mesi l’anno, vale a dire, giugno, luglio e agosto; preferendo questa residenza perché luogo molto fresco. Nella versione italiana del movie “Quarto potere” , il nome della città è cambiato in Candalù. Lo scrittore usa il nome di Xanadu in uno dei suoi più famosi poemi, Kublai Khan, e definisce la città come un luogo incantato, esotico e mistico; esattamente come l’aveva voluta il suo fondatore. Dalla steppa illimitata si arriva direttamente nel cuore di una bizzarra metropoli. Per proporre qualunque tipo di collaborazione clicca qui e invia la tua richiesta.
I sudditi, invece oltre a venerare le forze celesti, tributavano un culto speciale ai propri defunti, ai quattro elementi naturali, aria, terra, acqua, fuoco, al sole e alla luna. Un saluto rituale e caratteristico imponeva il saluto ai punti cardinali. Le sue guerre sono state barbare come quelle mongole, e iniziarono quando aveva venticinque anni e la carica di Visir dell’Orda Bianca ,; guidò i suoi uomini alla conquista della Transoxiana e del Turkestan (regione dell’Asia centrale tra il mar Caspio e il deserto dei Gobi). Hulagu nipote di Gengis Khan, dopo aver conquistato la Persia nel 1251, vi fondò il regno degli Ilkhan, pose fine alle scorrerie degli “assassini” l’invincibile setta ismailita. Partito dalla sua capitale Tebriz assalì le loro fortezze, (veri nidi d’aquile), espugnandole tutte. A Giutsci primogenito di Gengis Khan, toccava il dominio d’occidente, ma morendo prima del padre, il suo successore fu suo figlio Batu che nel 1238 seguì le orme di Gebe e di Subotai, devastando prima le steppe a nord del mar Nero espugnando Kiev e razziando la Rutenia.
Un Solo Sole In Cielo, Un Solo Sovrano In Terra! Gengis Khan Raccontato Da Domenico Vecchioni
Dopo una dura resistenza Samarcanda capitolò e tutta la popolazione fu trucidata, nel frattempo Gebe e Subotai inseguivano lo sciah Muhammad che fuggiva verso la città di Balkh. Attaccò le guarnigioni dell’entroterra, conducendo per due anni una guerra di razzia, distruggendo quattro armate cinesi, campi e raccolti, tentando a volte di conquistare città fortificate facendo deviare corsi d’acqua e costruendo macchine d’assedio, prima d’allora del tutto ignote al popolo della steppa. Gengis provvide a rimettere sul trono del Liao il pretendente legittimo Liu-Ko conquistandosi la sua lealtà, e sguarnendo così anche la frontiera cinese di nord-est. Ora il suo potere si estendeva dalla Grande Muraglia ai monti Targabatai per millecinquecento chilometri, e dal deserto dei Gobi, alle propaggini della Siberia per mille chilometri, circa trentadue popoli s’inchinavano davanti a lui, ed egli li divise in tre grandi gruppi nello stesso ordinamento che avrebbero assunto le truppe da loro fornite.
Parte delle famiglie cumane superstiti fuggirono in Grecia, e chiesero asilo all’imperatore bizantino che le stabilì in Tracia e nell’Asia Minore, e parte valicò il Prut e si stabilì in Ungheria. La loro tattica abituale fu l’uccisione in massa per decollazione di tutti i prigionieri, condotta con metodicità organizzata. L’esecuzione della popolazione di Merv richiese una settimana, e il terrore era story che quanti avrebbero potuto fuggire non tentarono neppure. Con l’annessione del regno dei Qara Khitai vasto come la Mongolia stessa, Gengis si trovava ora a confinare con una delle zone più civili e più cariche di storia, la Persia e L’Afghanistan entrambi due territori musulmani; period l’anno 1218.
Nell’estate del 1222 Gengis mandò messaggeri veloci, per scoprire un passaggio attraverso il Pamir e il Tibet, sconsigliato di seguire questa strada si apprestò a trascorrere l’inverno a Samarcanda. Fra le rovine di molte città non si vedeva né un cane né un topo, messi a morte anch’essi. Lasciata a uno dei suoi fratelli la reggenza della Mongolia, iniziò la grande marcia attraverso monti, pianure, e deserti, toccando anche passi della catena dell’Everest il tetto del mondo. Un anno dopo Gengis tornava all’accampamento sulle rive del Kerulen lasciando la Cina, per la continuazione della conquista lasciò un contingente di venticinquemila uomini, a cui se ne aggiunsero altrettanti fra alleati, federali e vassalli locali al comando di Muquali.
Temujin, questo il suo vero nome, nacque intorno al 1160, sugli altipiani dell’attuale Mongolia. Figlio di un rispettato capo tribù, il giovane guerriero mostrò subito le sue eccezionali qualità di federatore e di organizzatore. Così tutto il territorio dell’impero fu disseminato di stazioni di posta ben strutturate, con centinaia di migliaia di cavalli pronti a dare il cambio per assicurare il seguito del viaggio. Questo palazzo vantava tre porte, delle quali la Yutian, a sud, period la più importante. Qualsiasi decreto imperiale doveva essere annunciato in questo ultimo luogo. Da allora in poi, Xanadu divenne capitale secondaria e luogo di villeggiatura estiva imperiale.
E’ il momento in cui nasce il sovrano universale, Gengis Khan, destinato a sottomettere tutti i paesi. La storia racconta che la sua prima moglie ufficiale, Börte, figlia di Tchotan, sovrano della tribù degli Ongirrat, gli diede solo undici figli, di cui quattro erano maschi e, quindi, unici degni di titolo nobiliare. I rampolli erano Djuci, Chagatai, Ögödei e Tolui, tutti nati tra il 1183 e il 1190 che a loro volta, mantennero altissima la bandiera della virilità paterna, e figliarono copiosamente, mettendo al mondo una cinquantina di figli in quattro, oltre al contributo di Aladjai, scoperto recentemente, figlio di una sua concubina. A nord-ovest della città si trova ancora il canale disegnato dallo scienziato Guo Shoujing della dinastia Yuan. Questa è l’unica opera di irrigazione che si è completamente preservata nel nord della Cina. Le mura della città del Palazzo Imperiale e la città imperiale furono costruiti utilizzando mattoni e pietre, mentre le pareti esterne della città furono costruite utilizzando la terra pressata.
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Abtakul fu catturato e condannato alla decapitazione; la madre intervenne e supplicò di farsi giustiziare al posto del figlio, ma questi si fece avanti, e preferì accettare una morte degna di un guerriero mongolo, piuttosto che il sacrificio della madre. Kaidu Khan annullò allora l’esecuzione e concesse ad Abtakul la libertà. A volte non c’era legna e bruciavamo sterco secco di cavallo o di cammello. Era stato sufficiente allontanarsi dalla città per trovarsi in uno spazio immutato da migliaia d’anni.