Testo Argomentativo Sui Negozi Aperti La Domenica

Invito poi chi cube che i lavoratori del commercio possono comunque riposare in giorno diverso dalla domenica, a provare a fare il proprio riposo settimanale di lunedì anziché la domenica , e sentire poi che ne pensa. Non si può impedire ai siti Internet di ecommerce di restare aperti di domenica e nei festivi, come anche Di Maio aveva irrealisticamente proposto. In Italia dal gennaio 2012, con il decreto Salva Italia, negozi e centri commerciali hanno la possibilità di restare aperti 24 ore su 24. D’altronde, come ci ricorda Pietribassa, il Governo Monti decise di liberalizzare le aperture domenicali proprio per incentivare i consumi; una necessità attuale ancora oggi, visto che lo sviluppo dei consumi è fondamentale per incrementare la ricchezza del Paese. Adesso, secondo Lega e Movimento 5 Stelle, è arrivato il momento di fare un passo indietro togliendo la discrezionalità ai negozianti e affidando a Comuni e Regioni il compito di determinare le nuove regole per l’apertura degli esercizi commerciali. Come anticipato il decreto potrà essere derogato ma per un massimo di eight aperture straordinarie .

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Nonostante si siano formati due schieramenti opposti, chi la ritiene una novità positiva e necessaria per i ritmi della vita moderna e chi la critica fortemente dal momento che in questo periodo di crisi le vendite sono comunque in calo, sta di fatto che gli orari “liberi” erano già una realtà in molte località italiane. Bene, dunque, un divieto secco o una limitazione rigida del lavoro domenicale nel settore del commercio, come preannunciato dal ministro del Lavoro Di Maio? Lo scopo è quello di riportare indietro le lancette a prima del 2011, quando con il decreto Salva Italia il Governo Monti varò la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali e dei pubblici esercizi per la somministrazione. Certo ci sono già tante categorie che lavorano la domenica nei servizi essenziali, Medici del pronto soccorso, vigili del fuoco, mezzi pubblici. In Francia è stato ribadito l’obbligo del riposo domenicale secondo quanto stabilito da una legge del 1906.

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Si spera poi in un abbassamento dei prezzi con relativo aumento della capacità di acquisto dei consumatori. Abbiamo intervistato quattro lavoratori che prestano la loro attività in alcuni negozi di un centro commerciale del ravennate, per capire dai diretti interessati come viene vissuta questa situazione. Infatti, la liberalizzazione degli orari era già stata introdotta dal precedente governo per le città d’arte e i luoghi a vocazione turistica. I turisti stanno in giro tutto il giorno, in vacanza si concedono qualche sfizio, e poi, tra memento e prodotti tipici, non tornano mai a casa a mani vuote. Incasso dopo il sabato, con 12 milioni di italiani che preferiscono fare la spesa o dedicarsi allo purchasing proprio la domenica. Per 6 di questi 12 giorni si potrà però comunque scegliere di alzare le serrande, previa comunicazione al proprio Comune.

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Ddl Concorrenza E Concessioni Balneari

A tutte queste obiezioni si potrebbe rispondere che la soluzione non sta nell’impedire la creazione di questi centri commerciali, ma nella regolamentazione, in modo da evitare la morte della piccola distribuzione, l’eccessivo inquinamento o lo sfruttamento del lavoro. Le istituzioni, come i comuni, i sindacati, ecc… potrebbero fare la loro parte per risolvere i problemi più scottanti. Mi sembra, in buona sostanza, che i benefici per le famiglie e per il sistema economico, siano superiori ai mali, quindi vale la pena di rischiare e tutto sommato, se c’è un maggiore assortimento a disposizione del consumatore, questo non fa altro che aumentare la sua responsabilità. Ormai siamo tutti in possesso di una buona informazione per scegliere quali sono i prodotti migliori per la nostra salute e alimentazione, e quindi, se decidiamo di mangiare male, questo lo dobbiamo solo alla nostra negligenza, e non possiamo incolpare questo o quell’esercizio commerciale. Nel momento in cui, comunque, abbiamo bisogno di un esperto nel campo, o di un prodotto particolare, ci rivolgeremo nuovamente alla piccola distribuzione o ai negozi specializzati. Quindi, è vero che i piccoli esercenti saranno destinati a chiudere, ma solo se non si specializzeranno, se peccheranno in qualità ed esperienza.

I dipendenti di molti negozi non disdegnano i 200 euro che arrivano in più a fantastic mese se lavorano la domenica e ci sono anche lavoratori del solo fantastic settimana. La Cgt, la Cgil francese, segnala come vero problema i salari troppo bassi che obbligano a lavorare in orari straordinari. Entro novembre l’ex presidente del gruppo La Poste, Jean-Paul Bailly, dovrà presentare le proposte di modifica alle norme attuali. Ora in commissione Attività produttive è stata incardinata la proposta che porta come prima firma quella della leghista Barbara Saltamartini di limitare le aperture alle sole domeniche del mese di dicembre più altri quattro giorni festivi durante l’anno. Il testo presentato dal sottosegretario Davide Crippa, dei Cinque stelle, prevede invece la libertà completa del “Salva Italia” solo per i comuni turistici, mentre altrove per ogni settore merceologico non può restare aperto nei festivi più del 25% dei negozi, per un massimo di 12 festività annue per ogni singolo esercizio commerciale.

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Non sappiamo se la liberalizzazione degli orari dei negozi farà davvero spendere di più gli italiani. Quello che ci auguriamo, però, è che consenta loro di spendere meno e meglio. La liberalizzazione degli orari di apertura dovrebbe anche stimolare la concorrenza soprattutto in termini di fidelizzazione della clientela.

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I dati di Federdistribuzione segnalano un 65% di italiani favorevoli alle aperture domenicali. “Entro l’anno approveremo la legge che imponelo cease nei nice settimana e nei festivi ai centri commerciali. L’orario liberalizzato dal governo Monti sta distruggendo le famiglie italiane. Bisogna ricominciare a disciplinare aperture e chiusure”, ha affermato il ministro del lavoro e dello Sviluppo Economico, precisando però che “nessuno cube che nel weekend non si può andare a fare la spesa, inseriamo una turnazione. Da parte di Confesercenti – che ha deciso di commentare questa novità tramite una nota – invece, c’è la massima soddisfazione per la proposta di legge suddetta.

Persino in una patria del liberismo come il Regno Unito gli orari di apertura di domenica sono regolati in base alla metratura di supermercati e negozi. E gli addetti al commercio lavorano cinque giorni su sette, e non sei su sette are out there in Italia. Da noi, dal 2012, a decidere non sono più Regioni e Comuni, ma i singoli commercianti. Tant’è che lo scorso dicembre abbiamo anche assistito al primo sciopero del Natale, dopo che la direzione del centro commerciale di Orio Center, quello di fronte all’aeroporto di Bergamo, ha comunicato ai dipendenti che sarebbero stati aperti anche il 25 dicembre. Tra i “contrari” c’è chi sostiene che la liberalizzazione favorirebbe le grandi catene ed i centri commerciali a discapito dei piccoli negozi. Volendo, invece, vedere il bicchiere mezzo pieno, si potrebbe considerare l’opportunità di avere orari di apertura più lunghi e, comunque, più liberi ed elastici come una buona occasione offerta anche alle piccole attività per fare concorrenza alla grande distribuzione.

Rispondete al sondaggio per esprimere un vostro parere; per maggiori dettagli sulla proposta di legge, invece, vi invitiamo a continuare a leggere l’articolo. Questa proposta è stata incardinata dalla Lega in commissione Attività produttive della Camera dei Deputati, quindi ci sono molte probabilità che diventi legge vietando così l’apertura domenicale degli esercizi commerciali. D’altronde anche il Movimento 5 Stelle ha manifestato pubblicamente la propria intenzione di chiudere i negozi di domenica, tant’è che anche i pentastellati hanno depositato una loro proposta di legge .

In ogni caso, orari continuati e aperture domenicali non erano più un’eccezione, bensì la regola anche nelle grandi città, soprattutto nei periodi di forte affluenza come quello natalizio, e dovunque fosse richiesto, i comuni hanno quasi sempre concesso le autorizzazioni. Dal 1° gennaio di quest’anno tutti i negozi d’Italia possono essere aperti a qualsiasi ora del giorno e anche nei festivi, senza vincoli né obblighi di chiusura domenicali o infrasettimanali. Più tempo per stare con la famiglia, una maggiore equità sociale e lavorativa sarebbero dunque i principali “pro” di questa proposta. Cui si aggiunge lo stop all’e-commerce per evitare che i consumatori sostituiscano i negozi fisici con quelli on-line, danneggiando la filiera.